30 Novembre 2022

Relazione sulla rigenerazione urbana tenuta dall’arch. Alberto Marchiori, Nizza, 05.11.2022

Buon giorno a tutti e grazie per avermi dato l’opportunità di intervenire al vostro congresso su un tema a me così caro e di grande attualità. Parleremo pertanto di Rigenerazione Urbana con un particolare sguardo al settore della terza età e anche se la relazione vi sembrerà corposa , vi garantisco che non sarà assolutamente esaustiva in relazione alla sua complessità ( servirebbe molto più tempo).
Il termine “RIGENERAZIONE URBANA” viene spesso utilizzato per parlare di tematiche che hanno a che fare con le Città, con l’Edilizia ed in parte con l’urbanistica, eludendo il senso intrinseco del termine.
Oggi pertanto, cercherò nell’ambito della mia relazione e con la speranza di riuscirci, di rispondere ai seguenti quesiti:

  1. Cosa s’intende veramente per Rigenerazione Urbana?
  2. Quali sviluppi e opportunità in Italia ed in Europa?
  3. Quali opportunità e quali ruoli per l’Anziano all’interno delle Città?
  4. Come impatta la digitalizzazione in tutti gli ambiti di vita ed in particolare per gli Anziani?

Partendo pertanto dal 1) punto mi occorre sottolineare che spesso e volentieri, Volutamente o No, si confonde il termine Rigenerazione con riqualificazione.
Riqualificare in ambito Edilizio-Urbanistico significa ristrutturare, migliorare la qualità degli immobili, le piazze, le vie, ecc., ecc. , mentre per Rigenerazione s’intende un intervento a tutto campo che ricomprende anche la riqualificazione ma riempendola di contenuti e di funzioni per poi dare Vita nel vero senso della parola ai quartieri, ai Borghi, alle vie , insomma alle Città. Gli esempi di riqualificazioni fini a se stesse sono tante e non serve elencarle ma basta guardare alcune parti di Città ( magari dove vivete) dove sono stati investiti patrimoni importanti creando delle Città “Morte” che poi gradualmente degradano con conseguenti problemi di sicurezza, di servizi e di disagio.
Come ha recentemente affermato il Sociologo Giuseppe De Rita parlando dell’importanza delle Città di medie dimensioni all’interno del libro di Roberto Bernabò “Città Italia”: NON DOBBIAMO RIFARNE LE MURA, CHE CI SONO, DOBBIAMO RICOSTRUIRE LA TRAMA DELLA VITA DENTRO LE MURA; QUESTO E’ IL PUNTO FONDAMENTALE. E’QUESTO MECCANISMO CHE E’ IN CRISI.

Il problema dell’andamento demografico

  • Nel 2019 più di un quinto – in particolare il 20,3 % – della popolazione dell’UE era composto da persone di età pari o superiore ai 65 anni. Secondo le proiezioni la percentuale delle persone di 80 anni e più nella popolazione dell’UE sarà 2,5 volte superiore nel 2100 rispetto al 2019, passando dal 5,8 % al 14,6 %. La popolazione dell’UE al 1° gennaio 2019 era stimata a 446,8 milioni di persone. I giovani (0-14 anni) costituivano il 15,2 % della popolazione dell’UE, mentre le persone considerate in età lavorativa (15-64 anni) ne rappresentavano il 64,6 %. La percentuale di anziani (di età pari o superiore ai 65 anni) si attestava al 20,3 %. Per quanto riguarda il numero di persone di età pari o superiore ai 65 anni rispetto alla popolazione totale, l’Italia (22,8 %), la Grecia (22,0 %), il Portogallo e la Finlandia (entrambi 21,8 %) hanno registrato le percentuali più elevate, mentre l’Irlanda (14,1 %) e il Lussemburgo (14,4 %) quelle più basse.
  • La quota della popolazione di età pari o superiore ai 65 anni è in aumento in ogni Stato membro dell’UE. Nel corso degli ultimi dieci anni, l’incremento ha oscillato tra un massimo di 5,1 punti percentuali in Finlandia, 4,7 punti percentuali in Cechia e 4,5 a Malta e un minimo di 1,1 punti percentuali in Germania e 0,4 punti percentuali in Lussemburgo. Nell’ultimo decennio si è osservato un aumento di 2,9 punti percentuali nell’insieme dell’UE. Dall’altra parte, la quota di giovani di età inferiore ai 15 anni sulla popolazione dell’UE è diminuita di 0,2 punti percentuali.
  • La Francia sta assistendo ad una crescita significativa della popolazione over 65 con una percentuale che dal 2014 al 2021 è cresciuta di oltre il 12% negli ultimi dieci anni, fra le più elevate nell’Unione europea e che si è attestata nel 2021 ad un tasso del 28,7% di popolazione over 65 rispetto all’intera popolazione e che le previsioni prevedono che nel 2100 si attesterà a poco meno di 70 milioni di persone dalle statistiche Eurostat
  • La crescita della quota relativa di persone anziane può essere spiegata dalla maggiore longevità: tale andamento è evidente da diversi decenni, come testimoniato dall’aumento dell’aspettativa di vita. Anche i livelli costantemente bassi di fecondità contribuiscono da molti anni all’invecchiamento della popolazione e la riduzione delle nascite ha determinato un declino della percentuale di giovani nella popolazione totale
  • Un altro aspetto dell’invecchiamento della popolazione è costituito dall’invecchiamento progressivo della stessa popolazione anziana, dal momento che in termini relativi la quota delle persone molto anziane sta crescendo più rapidamente di qualsiasi altra fascia di età della popolazione dell’UE. Secondo le proiezioni la percentuale delle persone di 80 anni e più nella popolazione dell’UE sarà 2,5 volte superiore nel 2100 rispetto al 2019, passando dal 5,8 % al 14,6 %.
  • Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2100, si prevede che la quota della popolazione in età lavorativa continuerà a ridursi, mentre gli anziani rappresenteranno probabilmente una quota crescente della popolazione totale: entro il 2100 le persone di età pari o superiore ai 65 anni costituiranno il 31,3 % della popolazione dell’UE-27, rispetto al 20,2 % nel 2019.

Invecchiamento della popolazione e sviluppo urbano

  • Questi dati evidenziano come il tema degli anziani debba rappresentare una priorità d’intervento in tutte le politiche – sociali e non – e in particolare di quelle concernenti lo sviluppo territoriale e dei contesti urbani
  • Il tema della rigenerazione urbana non può essere generalizzato e applicato allo stesso modo in qualsiasi contesto urbano
  • Sulla base dei vincoli infrastrutturali, i progetti di rigenerazione urbana devono adattarsi all’ambiente sia in termini architettonici, urbanistici e di attività economiche, sociali, ecc.
  • La rigenerazione urbana è un approccio operativo, non un metodo prestabilito
  • Ci sono dei vincoli da cui partire per sviluppare la rigenerazione urbana: le infrastrutture, l’ambiente, il risparmio energetico, i trasporti, il sistema produttivo
  • Sulla base di questi vincoli, la rigenerazione urbana deve essere applicata come un vestito sartoriale nello specifico contesto territoriale
  • Fra i principi fondamentali che devono ispirare la rigenerazione urbana c’è il tema dell’accessibilità tenuto conto degli specifici fabbisogni degli anziani, famiglie, disabili, ecc.
  • Rispondere ai fabbisogni degli anziani non deve significare ghettizzare queste persone. I progetti di rigenerazione urbana tanto più oggi devono porsi l’obiettivo di includere gli anziani nel contesto cittadino. In tal senso negli ultimi decenni si è imposto all’attenzione il tema del social housing nei centri urbani combinato con specifiche politiche per favorire il cosiddetto “invecchiamento attivo” della popolazione anziana.
  • Il concetto di invecchiamento attivo è sempre più presente all’interno del dibattito pubblico perché considerato uno strumento fondamentale per affrontare alcune delle principali sfide legate al processo di invecchiamento della popolazione. Se infatti da un punto di vista quantitativo le proiezioni demografiche sottolineano con certezza la progressiva crescita della parte più anziana della popolazione, da un punto di vista della qualità dell’invecchiamento molti interrogativi sono ancora aperti. A tal proposito, da diversi anni numerosi autori e organizzazioni sottolineano i benefici derivanti da un approccio basato sull’adozione di determinati princìpi, tra cui un miglioramento della qualità della vita, del benessere psicologico e del livello di inclusione sociale.
  • L’invecchiamento attivo viene descritto come un insieme multidimensionale di pratiche di carattere sociale, occupazionale, sanitario, formativo, culturale volto a garantire un buon livello di benessere fisico, sociale e psichico durante l’intero arco della vita e un buon livello di partecipazione alla vita sociale. In generale, l’obiettivo primario di un approccio basato sul concetto di invecchiamento è offrire una diversa rappresentazione dell’età anziana, che vada oltre una visione stereotipata come fase passiva dell’esistenza (ageism), valorizzando invece gli anziani in quanto risorsa delle proprie comunità familiari e sociali.
  • Fra le politiche principali per favorire l’invecchiamento attivo vi sono quelle dedicate a migliorare le condizioni abitative delle persone anziane, promuovendo un maggiore benessere e una migliore autonomia, elementi centrali per un approccio basato sull’invecchiamento attivo. Tra le esperienze registrate, l’implementazione di nuove tecnologie (domotica, sensori indossabili), che incrementano l’indipendenza della persona e il livello di sicurezza dell’ambiente domestico; la costruzione di complessi residenziali adatti alle esigenze dell’età anziana, fortemente integrati da nuove tecnologie, e talvolta con servizi utilizzabili dal resto della cittadinanza; esperienze di co-abitazione tra persone anziane (senior cohousing) e di co-abitazione intergenerazionale, con l’obiettivo di condividere lo svolgimento di attività quotidiane ed evitare l’isolamento sociale.
  • Uno degli obiettivi è quello di agevolare la permanenza delle persone non autosufficienti nelle proprie famiglie e nei loro contesti abitativi ovvero di favorire quanto più possibile l’interazione sociale fra gli anziani e la società.
  • In tal senso sempre più si deve dedicare attenzione non quindi solo al tema dell’accessibilità delle infrastrutture ma anche ai servizi dedicati agli anziani.
  • La Silver Economy è un cambio di prospettiva, un diverso modo di affrontare l’invecchiamento della popolazione, cogliendone, non solo le criticità, ma anche l’intero quadro di opportunità che offre. E’ l’idea che la domanda legata ai fabbisogni degli anziani rappresenti non solo un costo sociale da sopportare, ma anche il motore per un nuovo modello di sviluppo. In questa prospettiva, l’invecchiamento della popolazione può essere fonte di nuove soluzioni tecnologiche e generare innovazione sociale, alimentando la crescita economica e l’occupazione, con ricadute positive non solo per gli anziani, ma anche per i giovani. La Silver Economy è un’opportunità che è destinata ad evolvere su scala globale, ma che al presente attiene soprattutto ai paesi – come Germania, Italia e gran parte delle nazioni europee – dove il cambiamento demografico avviene all’interno di economie mature e tecnologicamente avanzate.
  • Come suggerisce il nome, la Silver Economy non è un mercato ma un’economia. Più precisamente è una “cross economy”, un insieme di attività che attraversa vari mercati e ambiti produttivi: sanità, assistenza sociale, edilizia, trasporti, assicurazioni, industria alimentare, comunicazioni, turismo, cultura e tempo libero.
  • Quando si pensa all’impatto delle succitate statistiche sull’andamento demografico, il presupposto naturale nel contesto dell’architettura è pensare all’assistenza medica, alla progettazione ospedaliera e alle città accessibili. Tuttavia, questo trascura un problema emergente e grave: la solitudine e l’isolamento sociale. Nel Regno Unito, il 51% delle persone di età superiore ai 75 anni vive da solo e l’11% delle persone anziane è in contatto con amici e familiari meno di una volta al mese. Risultati simili sono presenti in tutta Europa.
  • La solitudine cronica nella popolazione anziana è incredibilmente prevalente ed è stato condotto un numero significativo di studi che esaminano l’impatto misurabile sulla salute che ha, come la creazione di un rischio maggiore di disabilità, malattie cardiache, ictus e demenza. Gli architetti possono aiutare ad affrontare la solitudine alla fonte e contribuire notevolmente ad aumentare la qualità della vita di una parte della popolazione che è spesso isolata.
  • Le città hanno iniziato a riconoscere le mutevoli esigenze di una popolazione che invecchia. Diverse sono le iniziative avviate su questo tema dalle organizzazioni mondiali ed europee quali la “Città amica degli anziani” e la “Campagna per porre fine alla solitudine” che hanno l’intento di stimolare le città a migliorare la qualità dell’invecchiamento e redigere linee guida e buone prassi da divulgare. E’ riconosciuto ormai che non è più sufficiente un approccio di intervento “individuale” sulla singola persona anziana ma è necessario affrontare la questione con un approccio trasversale che si estenda ad un livello più ampio di “vicinato” per allargarsi ad un intero approccio di sistema integrato: dai trasporti, ai servizi sanitari, dall’architettura degli alloggi all’ambiente e verde urbano. Ma, non ultimo, dev’essere contemplata anche la necessità di partecipazione civica. Un aspetto di questo approccio suggerisce ad esempio di posizionare le strutture di accoglienza per anziani come hub per i quartieri locali, piuttosto che semplicemente come strutture unifunzionali, combinandoli con servizi di utilità pubblica come biblioteche, asili nido, scuole e università, ecc. Seppur possa sembrare contraddittorio, questo approccio invece ha già dimostrato di essere pienamente funzionale attraverso molteplici esempi realizzati in tantissimi Paesi in tutto il mondo.
  • In particolare, l’interazione tra i giovani e gli anziani è un aspetto che si è rivelato interessante e di successo.
  • C’è chiaramente un’opportunità per ripensare il modo in cui l’assistenza viene fornita a giovani e anziani, cosa che il Giappone – il paese al mondo con la più alta densità di popolazione anziana – fa già da oltre 40 anni. Kotoen, una struttura per bambini e anziani a Tokyo, è la più antica struttura integrata per l’età in Giappone, essendo stata aperta nel 1976. Qui, l’interazione è reciproca: gli anziani possono fare volontariato nella scuola materna, i bambini visitano le aree comuni della casa di cura, ed entrambi si uniscono per eventi speciali.
  • Quando sono adiacenti alle case di cura, i vantaggi di questa disposizione hanno un senso. Entrambi condividono i bisogni primari: la fornitura dei pasti, l’attività fisica (nel caso degli anziani, per mantenerli attivi e in forma), e gli spazi comuni di socializzazione. I benefici per gli anziani sono abbastanza evidenti. La disposizione fornisce compagnia e attività, dando vita a uno spazio che spesso può diventare banale. Ma ci sono anche notevoli benefici sociali e di sviluppo per i bambini: aiuta a promuovere una visione sana e positiva dell’invecchiamento e aiuta a contrastare i preconcetti sui meno abili.
    Non posso in questa assemblea, in qualità di rappresentante delle associazioni delle imprese del commercio, sottolineare e rimarcare il ruolo degli esercizi commerciali di vicinato proprio per il ruolo sociale e di comunità nei confronti della popolazione non solo over 65 ma anche over 50. Si parla di nuove tecnologie, intelligenza artificiale, metaverso, che sono sicuramente una componente della nuova relazione sociale delle nuove generazioni. Non dobbiamo respingere o tanto meno ostacolare o essere tantomeno preoccupati di queste nuove tecnologie. Il commercio, soprattutto nelle città, si sta evolvendo per rispondere a queste nuove richieste dei giovani. Ma è ineludibile l’importanza, talvolta vitale, del servizio non solo economico ma soprattutto sociale dei negozi di vicinato. Con questo termine si indica di solito il servizio che offerto dalle imprese localizzate nelle periferie o nei territori disagiati, montani o rurali, ma che al giorno d’oggi invece vanno ad identificare semplicemente il servizio che viene garantito dai piccoli negozi “sotto casa”. Non rappresentano ormai solo un servizio economico ma anche di aggregazione sociale, di punto di incontro e di sostegno proprio a quella popolazione che non solo per motivi demografici, e quindi non solo gli “anziani” – continuano a preferire – per scelta o necessità – il contatto umano alle relazioni digitali. In altre parole, il commercio di vicinato rappresenta tanto più oggi, il commercio di “comunità” contrapposto ad una economia impersonale e globale rappresentata dai nuovi canali dei social network.

 

  • L’invecchiamento della popolazione ed il crescente sviluppo dei mezzi tecnologici digitali e del loro sempre più frequente utilizzo è una delle maggiori sfide della società moderna. L’avanzare della digitalizzazione rischia di escludere ed isolare tutte quelle persone che non possiedono le capacità e le competenze necessarie a rimanere al passo con il progredire dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione.
    Dev’essere invece tenuta ben presente l’importanza della digitalizzazione della popolazione anziana per favorire l’autonomia nell’accesso alle informazioni e all’attivazione di prestazioni a loro favore, nonché di aumentare la percezione di benessere e soddisfazione nei riguardi della propria vita e delle proprie relazioni interpersonali.
  • Molteplici studi ormai confermano che le persone anziane che hanno maggiore dimestichezza con i mezzi tecnologici e di comunicazione, hanno una migliore autonomia nell’attivazione di servizi e prestazioni a loro favore e una maggior percezione di benessere e di soddisfazione nei riguardi della propria vita e dei propri contatti sociali.
  • In altre parole, l’accesso a internet e l’utilizzo dei dispositivi elettronici può apportare benefici alla popolazione anziana, sia in termini di benessere psico-fisico sia di inclusione sociale, grazie all’accesso alle informazioni e alla possibilità di attivare in autonomia i servizi sociali e le prestazioni da essi erogate. E’ perciò importante anche nei progetti di rigenerazione urbana includere l’aspetto della digitalizzazione sia in termini infrastrutturali (quali l’accesso alla banda larga, ecc.), sia di servizi digitali (dal semplice acquisto della spesa online e consegna a domicilio alla teleassistenza) garantendo percorsi di avvicinamento della popolazione anziana alla digitalizzazione, coinvolgendo i cittadini, i servizi sociali e le istituzioni.
  • Probabilmente il tema dell’invecchiamento della popolazione correlato al crescente sviluppo dei mezzi tecnologici e del loro sempre più frequente utilizzo è una delle maggiori sfide della società moderna. Gli anziani corrono il rischio di essere emarginati da una società tecnologica, che tende ad escludere la popolazione che non è in grado di aggiornarsi ed inserirsi all’interno di una digitalizzazione sempre più importante.
  • Affinché questa sfida porti ad un arricchimento della comunità, occorre focalizzarsi sul futuro di questa parte della popolazione e sulle possibilità che gli vengono offerte per far fronte ai cambiamenti.
  • E questa sfida forse è attualmente quella più importante di tutte…
  • Pertanto, alla luce di quanto elencato dobbiamo renderci conto del ruolo strategico che assumiamo ed essere quindi attori protagonisti a tutti livelli in attesa dell’inversione demografica.
    Grazie a tutti.

Alberto Marchiori
Architetto e esperto di rigenerazione urbana

Laureato in Architettura nel 1979 a pieni voti, presso il Politecnico di Milano. Socio fondatore e titolare dell’agenzia immobiliare Marchioricontino snc.
“La formazione continua è indispensabile per la mia attività di imprenditore nel mondo del sistema casa, per affrontare le sfide di un mondo in costante evoluzione.”
Attualmente è consigliere del CESE, comitato economico e sociale europeo con sede in Bruxelles, è un organo consultivo dell’Unione europea.